giovedì 17 marzo 2011

Aumentano intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa (R.V.)

Aumentano intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa

Intolleranza e discriminazione contro i cristiani in Europa: su questo tema, accademici ed europarlamentari di diversi Paesi europei e non solo hanno discusso nel seminario organizzato ieri pomeriggio a Bruxelles presso il Parlamento Europeo. Ha introdotto i lavori il prof. Joseph Weiler, dell’Università di New York. Il servizio della nostra inviata a Bruxelles, Fausta Speranza:

“In my work as the director of the Observatory on intolerance against …

La signora Gudrun Kugler, direttore dell’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani, che si trova in Austria, presenta un rapporto relativo agli ultimi cinque anni e conferma: in Europa aumenta la cristianofobia. Fa un esempio per tutti: una docente portata in tribunale in Croazia per aver espresso la posizione della Chiesa sull’omosessualità.

Poi la professoressa Lourdes Ruano Espina parla della situazione in Spagna, dove nella legislazione si fa strada la marginalizzazione di ogni credo religioso. Il professor Richard Komicki del Regno Unito ricorda il caso della hostess della compagnia nazionale alla quale è stato proibito di portare un piccolo Crocifisso al collo, e chiede ai cristiani di restare vigili sui basilari diritti umani tra cui c’è la libertà religiosa. Il professor Massimo Introvigne, rappresentante su questi temi presso l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, parla di fondamentalismo crescente: un fondamentalismo che sposa le ideologie senza ‘se’ e senza ‘ma’ e che promuove un sentimento di antireligiosità che si fa intolleranza. Il professor Joseph Weiler dell’Università di New York, ebreo, ai nostri microfoni dice:

“La cosa che trovo più allucinante non è il fatto che ci sia discriminazione, odio, cristianofobia, ma che questo sia accettato, che nessuno protesti, che questo evento qui, a Bruxelles, sia uno dei primi del genere. Se la stessa cosa accadesse agli ebrei o ai musulmani, farebbe scalpore nei giornali! Quando tocca ai cristiani, sembra normale amministrazione. Questo non si può più sopportare!”.

Il pensiero va alle drammatiche situazioni di violenze contro i cristiani in diverse aree del mondo: basti pensare all’Asia e all’Iraq. Certamente in Europa si parla di qualcosa di diverso. Il professor Weiler lo spiega così:

“Ci sono tante piccole cose: non è persecuzione. I cristiani sono perseguitati nel mondo e anzi, anche questo è uno scandalo. In Europa, è più sottile, più ‘sociale’”.

L’Europarlamentare Mario Mauro, promotore del seminario insieme con il collega austriaco Othmar Karas, sottolinea l’importanza di portare il tema dell’intolleranza contro i cristiani in Europa tra i temi in discussione per l’opinione pubblica così come sul tavolo delle sedi politiche. (gf)

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6 commenti:

Bastardlurker ha detto...

Nel caso di specie, la ricorrente (hostess di British Airways) sosteneva che l'obbligo di indossare una divisa, senza mostrare oggetti di gioielleria né simboli religiosi, le aveva causato una discriminazione indiretta poiché le aveva impedito di portare una catenina con una croce, espressione della sua religione.

Il regolamento di British Airways non discrimina i cristiani.

Sentenza 12 febbraio 2010
Regno Unito: Eweida v. British Airways
http://www.olir.it/ricerca/index.php?Form_Document=5266

L'Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose (OLIR).

Raffaella ha detto...

La British Airways permette alle impiegate musulmane di portare il velo e agli impiegati di religione sikh di portare il turbante.
R.

Bastardlurker ha detto...

Portare la croce al collo per un cristiano è una scelta personale non un precetto religioso.

Raffaella ha detto...

Ecco la soluzione: trasformare una liberta' in precetto!
R.

Bastardlurker ha detto...

Come nella sentanza sul crocefisso le percezioni individuali non configurano una discriminazione.

Mirta - Luce nel cuore ha detto...

Si, è discriminazione, perché impedire di portare la croce e permettere altri simboli ad altre religioni, significa violare la libertà religiosa di chi è impedito di usare il segno di Gesù. E poi nella mia testimonanza io soffro delle discriminazioni quando vedono che sono cattòlica, per esempio ci sono persone che cercano di evitarti... Io ho fatto un collegamento a questo post dal mio blog.