mercoledì 9 marzo 2011

Benedetto XVI all'udienza generale parla della Quaresima: il digiuno è l'astinenza dal male, l'elemosina la scelta di fare il bene (R.V.)

Benedetto XVI all'udienza generale parla della Quaresima: il digiuno è l'astinenza dal male, l'elemosina la scelta di fare il bene

Nel Mercoledì delle Ceneri, Benedetto XVI sollecita tutti fedeli, raccolti nell’Aula Paolo VI per l'udienza generale, ad entrare nel tempo di Quaresima prendendo ogni giorno la propria croce per seguire Gesù. Il servizio di Roberta Gisotti:

“La Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e resurrezione”. Questo itinerario di fede – ha sottolineato Benedetto XVI – “ci ricorda che la vita cristiana è una ‘via’ da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire”. “Gesù infatti ci dice: ‘Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua’” :

“La Chiesa sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio”.

Ed è soprattutto la Liturgia, ha ricordato il Papa, a condurci in questo cammino con il Signore, per ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma “non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati”, perché “nelle azioni liturgiche”, “quegli avvenimenti salvifici diventano attuali”:

“Partecipare alla Liturgia significa allora immergere la propria vita nel mistero di Cristo, percorrere un cammino in cui entriamo nella sua morte e risurrezione per avere la vita”.

Il Santo Padre ha quindi richiamato “il nesso particolare che lega il Tempo quaresimale al Battesimo”, “per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto.” Poi l’invito di prepararsi a celebrare degnamente i misteri pasquali osservando le pratiche tradizionali: il digiuno, l’elemosina e la preghiera.

Il digiuno, non solo l’astinenza dal cibo, ma “altre forme di privazione per una vita più sobria”, “segno esterno di una realtà interiore, del nostro impegno, con l’aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo.” L’elemosina, non solo per “i ricchi e i facoltosi”, ma anche per “quelli di condizione modesta e povera”, perché “cosi disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell’anima”. La preghiera è “fatta di umiltà e carità, nel digiuno e nell’elemosina, nella temperanza e nel perdono delle offese, dando cose buone e non restituendo quelle cattive”:

"Cari amici, in questo cammino quaresimale siamo attenti a cogliere l’invito di Cristo a seguirlo in modo più deciso e coerente, rinnovando la grazia e gli impegni del nostro Battesimo, per abbandonare l’uomo vecchio che è in noi e rivestirci di Cristo, per giungere rinnovati alla Pasqua e poter dire con san Paolo ‘non vivo più io, ma Cristo vive in me’. Buon cammino quaresimale a tutti!".

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