venerdì 11 marzo 2011

Benedetto XVI: Israele un "popolo santo" (Galeazzi)

Su segnalazione di Alice leggiamo:

BESTSELLER ANNUNCIATO

Benedetto XVI: Israele un "popolo santo"

Presentato ieri il nuovo libro del Papa su "Gesù di Nazaret". In cerca del Messia reale, che ha separato religione e politica

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Così Cristo è morto e risorto: parola di Papa.
Nel 2007 aveva dato alle stampe la prima parte di una rilettura della vita di Gesù, adesso il «biografo» Joseph Ratzinger continua a cercare il Messia reale, non un cadavere rianimato. Nel suo nuovo libro Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme alla risurrezione (edito dalla Lev, da ieri in libreria), Benedetto XVI riconosce a Israele la qualifica di «popolo santo», attribuisce a Cristo la separazione tra religione e politica e a una Chiesa «spesso nella tempesta» ricorda che «se le anime sono insensibili al male, esso prende il potere». Nel secondo, più ancora che nel primo volume, Benedetto XVI «ha un atteggiamento da fratello maggiore, molto simpatico», sottolinea Claudio Magris, scrittore incaricato dal Vaticano di presentare ieri l’opera ai giornalisti e rimasto colpito dalla ratzingeriana «cristologia dal basso». Un libro di 350 pagine stampato in oltre un milione di copie e pronto per la traduzione in 22 Paesi e per la versione e-book.
Nella prefazione il Pontefice già preannuncia l’ultima parte della trilogia: un affresco dell’infanzia di Cristo, «se mi sarà ancora data la forza». La «struttura giuridica» della Chiesa è «necessariamente maschile», però sono le donne «ad aprire la porta al Signore, ad accompagnarlo fin sotto la croce e a poterlo così incontrare anche quale risorto». Il diavolo fa crescere l’erba cattiva, anche la Chiesa ne è minacciata, ma «Dio è più forte di tutte le forze controverse». Senza la resurrezione, Gesù sarebbe stato soltanto «una personalità religiosa fallita». Non è una favola né il «miracolo di un cadavere rianimato», perché se così fosse «non ci interesserebbe e non sarebbe più importante della rianimazione, grazie all’abilità dei medici, di persone clinicamente morte», evidenzia il Papa.
Con il suo annuncio, inoltre, «Gesù ha realizzato un distacco della dimensione religiosa da quella politica». Una svolta «che ha cambiato il mondo» e che «appartiene all’essenza della sua nuova via». Cristo non va dipinto come un rivoluzionario, come fece negli Anni Sessanta «un’onda di teologie politiche e della rivoluzione». La violenza «non instaura il regno di Dio», al contrario è «lo strumento preferito dell’Anticristo».
Per l’ex professore divenuto Vicario di Cristo, quella della produzione letteraria si sta dimostrando una forma di apostolato e uno stile di governo. Oltre alle encicliche, Benedetto XVI si rivolge direttamente ai fedeli e al grande pubblico per spiegare la fede cattolica con l’obiettivo di superare tanto le riduzioni pseudo-scientifiche quanto le esaltazioni esoteriche. Il Pontefice liquida certi studi divulgativi, definendo «presuntuoso e insieme sciocco» voler «scrutare la coscienza di Gesù», voltando pagina anche rispetto al metodo storico-critico. «Se la esegesi biblica scientifica non vuole esaurirsi in sempre nuove ipotesi diventando teologicamente insignificante - scrive il Papa - deve fare un passo metodologicamente nuovo e riconoscersi nuovamente come disciplina teologica, senza rinunciare al suo carattere storico».
Commenta Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano e storico del cristianesimo: «Il libro è il risultato di un lungo cammino interiore». Quindi, «una maturazione del cuore ha portato Joseph Ratzinger a concepire l’idea e poi a svilupparla nel corso di molti anni». Un «libro del cuore», dunque, e «forse anche per questo Benedetto XVI ha voluto premettere il suo nome a quello papale pure nella seconda parte dell’opera scritta durante il pontificato». Senza il «venir meno della ragione in questa ricerca inesauribile che da quasi due millenni affascina e inquieta», assicura Vian. Ricerca che negli ultimi secoli si è rivestita di nuove esigenze che «non sono rifiutate ma acquisite nei risultati essenziali e integrate in uno sguardo più largo e comprensivo». Il Papa-teologo viaggia sulle orme di Gesù.

© Copyright La Stampa, 11 marzo 2011 consultabile online anche qui.

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