mercoledì 9 marzo 2011

A colloquio con l'editore di Benedetto XVI: Dalla matita all'e-book (Galeotti)

A colloquio con l'editore di Benedetto XVI

Dalla matita all'e-book

di GIULIA GALEOTTI

Sette edizioni iniziali per un totale di un milione e duecentomila copie e contratti firmati con ventidue case editrici di tutto il mondo. Sono questi i primi numeri del libro di Benedetto XVI Gesù di Nazaret. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione. Il volume viene presentato nel pomeriggio del 10 marzo nella Sala Stampa della Santa Sede. Della sua genesi, dei retroscena che hanno accompagnato la realizzazione e soprattutto della complessa operazione editoriale che sta alla sua base, parliamo con don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana (Lev).

Nel colloquio dello scorso 20 gennaio con il nostro giornale, lei prevedeva l'uscita del volume per marzo: perfettamente nei tempi per merito di chi?

Il merito è un po' di tutti, ma innanzitutto dell'autore, che lo ha consegnato molto per tempo. Poi c'è stato il lungo lavoro di traduzione nelle diverse lingue, e da febbraio la stampa e un'organizzazione che ha richiesto davvero molto impegno.

Qual è stata la storia editoriale del libro?

Quasi un anno e mezzo fa, monsignor Georg Gänswein mi ha consegnato la pennetta e il cartaceo: il Papa aveva concluso il testo a matita, con la sua inconfondibile grafia minuta, che poi, come sempre, Birgit Wansing ha trascritto al computer.

In Italia, il primo volume fu pubblicato dalla Rizzoli, mentre l'attuale esce con la Lev: un cambiamento non da poco.

Direi proprio di sì. Il libro, stampato dalla Tipografia vaticana, è distribuito dalla Rcs, che con la sua eccellente organizzazione ci ha garantito la distribuzione di trecentomila copie in tre giorni. Un aspetto non facile deve essere quello delle traduzioni.
In italiano soprattutto non è stato semplice, perché in questi decenni i libri di Joseph Ratzinger sono stati tradotti da diverse mani: la sfida è stata quella di trovare una certa omogeneità di linguaggio. Occorre anche evitare il rischio che la traduzione nelle varie lingue possa non conservare o addirittura tradire il pensiero dell'autore. La fedeltà all'originale è stata assicurata con attenzione e impegno dai traduttori della Segreteria di Stato.

Per il primo volume, vi erano stati problemi di traduzione?

Sì: ad esempio, quella cinese non era impeccabile, e altre non rispondevano al linguaggio teologico.

Vi sono giunte più richieste di traduzioni rispetto al primo volume?

Sì, l'interesse è superiore, e di conseguenza il numero di editori è cresciuto. E siamo solo agli inizi: abbiamo firmato contratti con ventidue editrici in tutto il mondo, ma siamo in trattative con altre.

Come avviene la scelta degli editori?

Quando si sa che il Papa sta lavorando a un libro, da più Paesi arrivano svariate richieste, cosicché gli editori alla fine sono soltanto una parte di quanti si erano fatti avanti. Negli Stati Uniti, a esempio, Ignatius Press ci è sembrato il più adeguato, anche se avevano fatto richiesta editori importanti come Doubleday e Our Sunday Visitor. Per l'edizione in francese, abbiamo scelto Parole et Silence, una casa editrice in crescita, molto impegnata nella diffusione del magistero papale, e in Spagna Encuentro.

Il cambiamento è stato completo...

Quasi completo: non tutti gli editori del primo volume hanno stampato anche il secondo. La scelta è stata dettata da più criteri. Di serietà editoriale e organizzativa, certo, ma anche di affidabilità: abbiamo deciso per editori capaci di promuovere non semplicemente il libro, ma anche il suo contenuto.

Quali sono i numeri previsti?

Il 10 marzo escono sette edizioni - in tedesco, italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese e polacco - per un totale di un milione e duecentomila copie. L'edizione tedesca è partita con centocinquantamila copie, ma Herder ne ha già aggiunte cinquantamila ed è pronta ad altre tirature. L'edizione italiana è già distribuita in trecentomila copie, e ne stiamo ristampando altre centomila. E mentre in Francia sono pronte centomila copie, il Portogallo ha iniziato con ventimila. A fine marzo, poi, arriva l'edizione croata.

È previsto anche l'e-book?

Sì, certo, e in alcune lingue è disponibile anche per il primo volume.

E per il futuro?

Nella prefazione a questo libro il Papa stesso annuncia una terza parte dedicata ai Vangeli dell'infanzia. E vi è l'idea di realizzare per la Lev un'edizione unica dei tre volumi. Siamo convinti che questo nuovo libro di Benedetto XVI sarà un long seller. Come tale andrà adeguatamente promosso attraverso presentazioni, incontri e altre iniziative.

Il volume è dedicato agli ultimi giorni della vita di Gesù. L'uscita in prossimità della Pasqua è un caso?

No, questo è senz'altro il periodo migliore. Lo si poteva anche pubblicare prima, ma vi è stata in novembre l'uscita del libro intervista.

Benedetto XVI è sicuramente una firma che fa risparmiare in pubblicità...

Non solo, ma da editore debbo dire che il Papa ha fatto crescere la Lev perché abbiamo dovuto adeguare strutture e organizzazione, dimostrando capacità che prima non avevamo. Ovviamente il Papa ci sollecita anche sul versante culturale, perché proponiamo saggi a commento delle sue opere e libri che divulgano per il grande pubblico il suo magistero.

Non esiste autore, se non vi è lettore: anche nel caso di Benedetto XVI?

Il Papa si fa leggere sempre, anche nei punti più complessi. Benedetto XVI è un raffinato teologo, e talvolta si addentra anche in aspetti che riguardano il metodo di ricerca, ma chi ha interesse per il racconto della fede, la dimensione spirituale o anche solo la comunicazione umana, trova sempre le sue pagine molto comprensibili. E coinvolgenti.

(©L'Osservatore Romano 10 marzo 2011)

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