martedì 15 marzo 2011

Comunicato dell'uffico stampa della SEI: anche nel secondo volume su Gesù il Santo Padre cita Vittorio Messori

"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI (SECONDO VOLUME): LO SPECIALE DEL BLOG
Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Un comunicato dell'uffico stampa della SEI

E’ avvenuto anche questa volta.
Nel suo primo libro su Gesù, apparso nel 2007, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (come si firma in copertina) aveva citato un solo autore italiano vivente: Vittorio Messori.
Parlando di Barabba, il Papa aveva scritto, non in nota ma nel corpo stesso del testo: "Per maggiori dettagli si veda l’importante libro di Vittorio Messori, Patì sotto Ponzio Pilato?, Torino, 1992, pp.52-62).
Nel secondo libro su Gesù, apparso in questi giorni, Vittorio Messori, assieme al filosofo Giovanni Reale, è ancora un volta il solo autore italiano vivente citato.
Questa volta, a proposito della cacciata dei mercanti dal tempio, il Papa teologo e biblista scrive: "In questo senso è giusta la tesi, motivata minuziosamente soprattutto da Vittorio Messori, secondo cui Gesù nella purificazione del tempio agiva in sintonia con la legge, impedendo un abuso nei confronti del tempio" (pag. 23).
Nella bibliografia, si rimanda ancora una volta a Patì sotto Ponzio Pilato? Questa attenzione al lavoro di Messori non sorprende chi ricorda che, già nel 1984, l’allora cardinal Ratzinger accettò la proposta “scandalosa“ fattagli dal giornalista e scrittore che allora aveva pubblicato due soli libri, Ipotesi su Gesù e Scommessa sulla fede.
Quei volumi avevano colpito a tal punto il Prefetto dell’ex-Sant’Uffizio (da dopo il Concilio “Congregazione per la dottrina della fede”) da dare fiducia a Messori per fare insieme quel Rapporto sulla fede, apparso nel 1985, che mise a rumore la Chiesa intera, che fu pubblicato in decine di lingue, che divenne uno dei maggiori best e long-seller del secolo.
Per la prima volta nella storia, il Prefetto della istituzione famosa e temuta per il suo silenzio impenetrabile, per i suoi archivi inaccessibili, non solo riceveva un giornalista ma si confidava, in qualche modo si sfogava con lui per la condizione difficile della Chiesa. Probabilmente, fu proprio il buon esito di quella operazione mediatica voluta dal card. Ratzinger che ispirò Giovanni Paolo II il quale, dieci anni dopo , convocava lo stesso Messori e rispondeva – egli pure con grande sincerità e chiarezza – alla sue domande: nasceva quel Varcare la soglia della Speranza che, con 53 traduzioni in contemporanea e almeno 25 milioni di copie vendute nel mondo, è tra i libri più diffusi non solo del XX secolo.
A questo, c’è forse da aggiungere una curiosità: prima di Ratzinger divenuto poi pontefice e prima di papa Wojtyla, Messori aveva fatto un altro incontro con un futuro papa . Ha ricordato di recente, in effetti, , un aneddoto inedito: "Nel 1977 ero redattore a Tuttolibri, il settimanale culturale de La Stampa di Torino. Rimasi colpito da un libro che ci giunse, Illustrissimi, firmato dal patriarca di Venezia, Albino Luciani.
Non lo conoscevo di persona, non avevo letto altro di lui ma mi piacquero la semplicità e la bontà, quasi da vecchio parroco, di quelle pagine. Dunque, lo cercai: non riuscimmo a combinare un incontro nel suo palazzo patriarcale ma gli feci per telefono una lunga intervista che, come mi disse, gli piacque molto. Pochi mesi dopo, avevo la sorpresa di vederlo Papa. Anche se, purtroppo, per soli 33 giorni".

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