martedì 8 marzo 2011

In TV il Papa funziona perché il suo linguaggio è diretto (Izzo)

PAPA: IN TV FUNZIONA PERCHE' IL SUO LINGUAGGIO E' DIRETTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 8 mar.

Il format "Domande su Gesu'", speciale del Venerdi' Santo della trasmissione televisiva "A Sua Immagine", al quale ha accettato di partecipare, e' particolarmente congeniale a Joseph Ratzinge che prima da teologo, poi da cardinale e ora da Papa, ha sempre scelto "un linguaggio moderno, molto netto, che arriva immediatamente al cuore delle cose.
Un linguaggio che - sottolinea Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea a La Sapienza e editorialista dell'Osservatore Romano - non e' mai difficile, ma cerca di comunicare nel modo piu' facile possibile quello che vuole dire.
Un linguaggio che non e' mai autoreferenziale, non indulge mai a quel gergo che invece e' purtroppo cosi' diffuso nella cultura cattolica contemporanea, separandola completamente da quella laica, e che soprattutto non suscita riflessione e quindi vero coinvolgimento personale". "Nelle parole di Ratzinger e di Benedetto XVI - osserva la professoressa Scaraffia, relatrice con il card. Bertone e Gianni Letta alla presentazione del primo volume dell''Opera Omnia' del teologo e Papa all'ambasciata d'Italia presso al Santa Sede - non ci sono mai cadute in questo senso, non ci sono banalita', concetti scontati e privi ormai di valore per essere stati ripetuti troppe volte. E la questione del linguaggio e' un problema fondamentale per toccare il cuore dei credenti e soprattutto per farsi ascoltare dal resto del mondo, un problema che la Chiesa di oggi puo' risolvere seguendo l'esempio del Papa". Questo stesso tema, Benedetto XVI lo ha affrontato il 13 novembre scorso nel discorso sulle potenzialita' dei nuovi media rivolto al Pontificio Consiglio per la Cultura, chiedendo alla Chiesa di "mettersi in ascolto degli uomini e delle donne del nostro tempo, per promuovere nuove occasioni di annuncio del Vangelo" in un clima di "profonda trasformazione culturale" caratterizzato da "nuovi linguaggi e nuove forme di comunicazione", e rilevando che "in questo contesto, i Pastori e i fedeli avvertono con preoccupazione alcune difficolta' nella comunicazione del messaggio evangelico e nella trasmissione della fede, all'interno della stessa comunita' ecclesiale", problemi che "sembrano talora aumentare quando la Chiesa si rivolge agli uomini e alle donne lontani o indifferenti ad una esperienza di fede, ai quali il messaggio evangelico giunge in maniera poco efficace e coinvolgente".
"In un mondo che fa della comunicazione la strategia vincente, la Chiesa - sono le parole del Papa - non rimane indifferente" ma cerca "di avvalersi con rinnovato impegno creativo" e "con senso critico e attento discernimento" delle nuove modalita' comunicative. "L'incapacita' del linguaggio di comunicare il senso profondo e la bellezza dell'esperienza di fede puo' contribuire all'indifferenza di tanti, soprattutto giovani; puo' diventare motivo di allontanamento, come affermava gia' la Costituzione Gaudium et spes, rilevando che una presentazione inadeguata del messaggio nasconde piu' che manifestare il genuino volto di Dio e della religione".
Da parte sua, Benedetto XVI questo sforzo di "traduzione" delle verita' della fede lo compie ogni giorno, seguendo l'esempio del suo maestro Romano Guardini, il grande filosofo e teologo italo-tedesco del quale fu allievo all'Universita' di Monaco. Per Guardini, ha ricordato Ratzinger nei giorni scorsi, "a contare di piu' non era la questione di cosa qualcuno avesse detto sulla verita' cristiana, ma quella di cosa sia vero". "Era questa impostazione del suo insegnamento - ha confidato ai membri della Fondazione Guardini ricevuti recentemente in Vaticano - che colpi' noi giovani, perche' noi non volevamo conoscere uno 'spettacolo pirotecnico' delle opinioni esistenti dentro o fuori della cristianita': noi volevamo conoscere cio' che e'. E li' c'era uno che senza timore e, al tempo stesso, con tutta la serieta' del pensiero critico, poneva questa questione e ci aiutava a pensare insieme". "Questa - ha confidato l'ex allievo di Guardini divenuto Papa - era la novita' rispetto alla retorica dei vecchi tempi: che egli non cercasse affatto alcuna retorica, bensi' parlasse in modo del tutto semplice con noi e, insieme a cio', parlasse con la verita' e ci inducesse al dialogo con la verita'. E questo e' un ampio spettro di 'dialoghi' con autori come Socrate, Sant'Agostino o Pascal, con Dante, Holderlin, Morike, Rilke e Dostojevskij. Egli vedeva in loro dei mediatori viventi, che scoprono in una parola del passato il presente, permettendo di vederlo e viverlo in modo nuovo. Essi ci donano una forza, che puo' condurci di nuovo a noi stessi". A ben vedere e' proprio quello che Papa Ratzinger si impegna a fare anche lui, con le encicliche e i libri, i discorsi, i messaggi ed ora anche accettando di rispondere in tv alle domande del pubblico.

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2 commenti:

LAURA ha detto...

sARà UNA REGISTRAZIONE, OPPURE UN COLLEGAMENTO IN DIRETTA?????

laura ha detto...

LETTO I POST PRECEDENTI. TUTTO CHIARO. DOMANDE SCELTE E RISPOSTE REGISTRATE DAL PALAZZO APOSTOLICO. GRAZIE PER LA NOTIZIA E LA SEGNALAZIONE