mercoledì 2 marzo 2011

Libro su Gesù, il Papa: La tragedia di Giuda Iscariota non consiste solo nel suo aver tradito Gesu' ma anche nel fatto che, pur essendosi pentito del suo gesto, non riesce piu' a credere ad un perdono (Asca)

PAPA/LIBRO: TRAGEDIA DI GIUDA E' NON CREDERE A PERDONO DOPO TRADIMENTO

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 2 mar

La tragedia di Giuda Iscariota non consiste solo nel suo aver tradito Gesu' ma anche nel fatto che, pur essendosi pentito del suo gesto, ''non riesce piu' a credere ad un perdono''. Lo scrive papa Benedetto XVI in un brano del suo nuovo libro ''Gesu' di Nazareth. Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione'' anticipato oggi alla stampa.
''La seconda sua tragedia, dopo il tradimento, e' che non riesce piu' a credere ad un perdono. Il suo pentimento diventa disperazione - scrive il pontefice nel volume che verra' presentato il prossimo 10 marzo -. Egli vede ormai solo se stesso e le sue tenebre, non vede piu' la luce di Gesu' - quella luce che puo' illuminare e superare anche le tenebre. Ci fa cosi' vedere il modo errato del pentimento: un pentimento che non riesce piu' a sperare, ma vede ormai solo il proprio buio, e' distruttivo e non e' un vero pentimento.
Fa parte del giusto pentimento la certezza della speranza - una certezza che nasce dalla fede nella potenza maggiore della Luce fattasi carne in Gesu'''.
Papa Ratzinger sottolinea anche che, con il tradimento di Giuda, ''la rottura dell'amicizia giunge fin nella comunita' sacramentale della Chiesa, dove sempre di nuovo ci sono persone che prendono 'il suo pane' e lo tradiscono''. ''La sofferenza di Gesu' - nota il pontefice -, la sua agonia, perdura sino alla fine del mondo, ha scritto Pascal in base a tali considerazioni (cfr Pense'es, VII 553). Possiamo esprimerlo anche dal punto di vista opposto: Gesu' in quell'ora si e' caricato del tradimento di tutti i tempi, della sofferenza che viene in ogni tempo dall'essere traditi, sopportando cosi' fino in fondo le miserie della storia''.
Benedetto XVI mette anche il risalto che il Vangelo di Giovanni non cerchi di dare ''alcuna interpretazione psicologica dell'agire di Giuda''. Questo significa che ''cio' che a Giuda e' accaduto per Giovanni non e' piu' psicologicamente spiegabile. E' finito sotto il dominio di qualcun altro: chi rompe l'amicizia con Gesu', chi si scrolla di dosso il suo 'dolce giogo', non giunge alla liberta', non diventa libero, ma diventa invece schiavo di altre potenze - o piuttosto: il fatto che egli tradisce questa amicizia deriva ormai dall'intervento di un altro potere, al quale si e' aperto''.

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