giovedì 17 marzo 2011

A Milano la presentazione del «Gesù di Nazaret». Il teologo protestante Riesner: ci ha dato di avvicinarci alla figura di Nostro Signore in un modo che possa essere utile a tutti i lettori che vogliono incontrare Gesù e credergli (Guglielmino)

Il libro di Benedetto XVI dono per chi è in ricerca
A Milano la presentazione del «Gesù di Nazaret»

Il teologo protestante Riesner: ci ha dato di avvicinarci alla figura di Nostro Signore in un modo che possa essere utile a tutti i lettori che vogliono incontrare Gesù e credergli

DA MILANO ANNALISA GUGLIELMINO

Ha riempito fino all’ultimo posto dell’Auditorium di Milano la prima presentazione in città e in Italia del nuovo libro di Benedetto XVI, organizzata dal Centro culturale di Milano (Cmc).
Sul palco, Rainer Riesner, esegeta protestante della Scuola di Tubinga, amico del Papa. A lui, in quaranta intensi minuti di intervento, seguiti dal pubblico con il più concentrato silenzio, il compito di mostrare come il secondo volume di Gesù di Nazaret - Dall’ingresso a Gerusalemme alla risurrezione di Joseph Ratzinger (Libreria Editrice Vaticana, 2011, 348 pagine, 20 euro) sia «un dono per tutti coloro che sono alla ricerca della verità», a partire dalla trattazione della risurrezione.
In dialogo con Stefano Alberto, docente di Introduzione alla teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Riesner ha illustrato al pubblico di tutte le età raccolto nel polo culturale milanese, le peculiarità del pensiero del Pontefice, alla luce dell’attuale «situazione post- moderna e in parte anche post-cristiana ». Il non essere una pubblicazione «teologica». Il fatto che il Papa, come emerge nella sua trattazione dell’Ultima Cena, «prenda seriamente l’esegesi storico- critica, pur indicando nel contempo i limiti ideologici rappresentati da determinati studiosi appartenenti a tale corrente ». E, soprattutto, la «grande stima per l’ebraismo»: un punto di forza del libro del Papa, è per lo studioso protestante, «la dimostrazione che proprio le affermazioni del Nuovo Testamento sulla morte di Gesù come espiazione del peccato dell’uomo diventano comprensibili solo con l’aiuto del Vecchio Testamento e della sua traduzione in ebraico antico».
Della risurrezione di Gesù (durante la serata è stato fatto notare come nel libro la parola compaia con l’iniziale minuscola, in omaggio proprio all’esegesi storico critica), il Papa «si pone – per Riesner – la questione sia storica sia filosofica ». Benedetto XVI scrive che «la risurrezione di Gesù va al di là della storia, ma ha lasciato una sua impronta nella storia. Per questo può essere attestata da testimoni come un evento di una qualità tutta nuova. Solo un avvenimento vero di qualità radicalmente nuova poteva rendere possibile la predicazione apostolica, non spiegabile con speculazioni o esperienze interiori mistiche. Essa vive nella sua audacia e novità dell’impeto di un accadimento che nessuno aveva inventato e che faceva saltare ogni immaginazione ».
Le copie del libro disponibili, alla fine della presentazione sono andate esaurite, in mano a centinaia di lettori, tra cui moltissimi giovani. È soprattutto a questi ultimi che è stata indirizzata la provocazione di don Stefano Alberto, voce dal grande seguito nel movimento di Comunione e liberazione. «Fate un test. Andate nelle chiese e chiedete: Dio è risorto?», ha esordito ieri sera il sacerdote, a partire da alcuni testi del fondatore di Cl, don Luigi Giussani. «Il Papa ci ricorda – ha aggiunto don Alberto – che all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica bensì l’incontro con un avvenimento che dà alla vita un nuovo orizzonte».
A un non cattolico, la possibilità di testimoniare l’effetto dell’«indicazione della fede personale» di Benedetto XVI: «Sono convinto che con il secondo volume – ha concluso Riesner – il Papa sia riuscito a realizzare quello che nella premessa indica come suo desiderio. A lui è stato effettivamente “dato di avvicinarsi alla figura di Nostro Signore in un modo che possa essere utile a tutti i lettori che vogliono incontrare Gesù e crederGli”».

© Copyright Avvenire, 17 marzo 2011

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