giovedì 17 marzo 2011

Monsignor Ladaria e González de Cardedal sul «Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI all'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede: Un libro che non lascia indifferenti (Lago)

"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI (SECONDO VOLUME): LO SPECIALE DEL BLOG

Monsignor Ladaria e González de Cardedal sul «Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI all'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede

Un libro che non lascia indifferenti

di Marta Lago

Nessuno resterà indifferente. Ma -- bisogna dirlo chiaramente -- questo libro susciterà reazioni diverse a seconda delle aspettative: l'esegeta, come «tecnico» della Bibbia; il cristiano comune, alla ricerca di nutrimento per la sua fede; l'intellettuale e il non cristiano, che si chiedono perché quest'uomo continui a essere riconosciuto come vivente e il perché del cristianesimo.
L'uomo è Gesù di Nazaret; il libro, l'itinerario di scoperta che propone il Papa «dall'ingresso in Gerusalemme fino alla Risurrezione».
L'edizione in lingua spagnola di questo secondo volume è stata pubblicata dalle Ediciones Encuentro ed è stata presentata il 14 marzo a Roma, nell'Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, dal segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer (in qualità, come lui stesso ha detto, di «padre Ladaria») e da Olegario González de Cardedal, sacerdote, teologo e membro della Reale accademia di scienze morali e politiche, a suo tempo il più giovane membro della nascente Commissione teologica internazionale, e soprattutto collega e amico di Joseph Ratzinger.
Il motivo è che Jesús de Nazaret non è, ovviamente, una biografia, né una cristologia sistematica; e neppure un libro specifico di spiritualità -- sebbene presenti anche questo aspetto -- ma di teologia che conduce alla contemplazione, perché l'attività del pensiero deve giungere al cuore, senza dicotomie. Perciò le sue 340 pagine costituiscono sia una testimonianza di fede sia il punto di arrivo di anni di ricerca scientifica.
Con una certezza: nel Vangelo s'incontra Gesù. Crediamo in lui, ha detto Ladaria, senza ingenuità, consapevoli che il solo «Gesù storico» è troppo insignificante nel suo contenuto. Il bisogno di scoprire e di trovare personalmente il «Gesù reale» deve unire -- senza confondere -- le due ermeneutiche, quella della storia e quella della fede.
È il punto su cui insiste Benedetto XVI. È il metodo che permette di ricostruire la figura di Gesù e di affrontare, nel libro, una rilettura degli eventi decisivi della sua vita.
Nella sede diplomatica si è aperto un inatteso dialogo fra conferenzieri e pubblico. Un'altra conseguenza di queste che sono pagine fatte per pensare. Perché, sebbene non sia un testo magisteriale, il libro ha in sé l'autorevolezza dell'autore, che è il Papa. Opera personale di un Pontefice «di professione teologo», un novum dopo Papi umanisti, riformatori, canonisti o spirituali. E tale profilo Ratzinger lo ha avuto anche quando era cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Per questo, ha osservato González de Cardedal, ha continuato a scrivere articoli, volumi, confrontandosi con colleghi, e rendendo così possibile la percezione delle sue decisioni e convinzioni fondamentali. Ci troviamo di fronte a «un'autorità che prima di darci da obbedire, ci dà da pensare». L'uomo -- ha osservato il teologo spagnolo -- «piuttosto che essere obbligato vuole essere illuminato e aiutato nella sua intelligenza, e questo è il grande favore che ci fa il Papa e l'enorme testimonianza al di fuori della Chiesa», poiché non viviamo «un dogmatismo, un autoritarismo e neppure una dittatura pontificia». Joseph Ratzinger - Benedetto XVI è uno che ci «dà da pensare».
Non senza emozione «padre Ladaria» si è soffermato su termini particolarmente evocativi -- purificazione, Eucaristia, Getsemani, Abbà, espiazione, croce, salvezza, amore -- che nel libro acquistano un nuovo e amabile vigore. Come il salto qualitativo della risurrezione di Gesù, che inaugura una nuova esistenza umana per tutti, ma che non a tutti risulta evidente. È il modo di agire discreto di Dio -- indica monsignor Ladaria, parafrasando il Papa -- che non smette di bussare gentilmente alle porte del nostro cuore e, se le apriamo, ci rende capaci di Lui, capaci di Dio.
Gesù deve essere presentato nell'integrità della sua realtà: Dio e Uomo. Gesù ci ha salvati partecipando alla nostra condizione umana fino in fondo. Questa è la novità radicale del cristianesimo: lo «scandalo», per chi non condivide la fede, dell'Incarnazione. Ma uno «scandalo» che si deve continuare a proclamare -- sottolinea Ladaria -- nell'ambito personale, in quello accademico e nella predicazione cristiana. Gesù, Dio e Uomo; realtà sulla quale, con immensa bellezza, insiste il Papa.
González de Cardedal ha inoltre fatto un appello ai responsabili della Chiesa, sacerdoti, professori, catechisti, per chiedere loro uno sforzo per avvicinare il volume al grande pubblico. Fra gli altri motivi, perché presuppone una familiarità profonda con la Bibbia. Qualsiasi lettore che si avvicini a Gesù di Nazaret dovrebbe aprire, contemporaneamente, la Scrittura. E accanto ad essa -- ha sottolineato González de Cardedal -- porre una candela accesa, come il cuore dei discepoli di Emmaus che ardeva nell'udire il Signore, per cogliere l'essenza di un libro che risponde all'imperativo dell'apostolo Pietro: glorificate Cristo nel vostro cuore, disposti a rendere ragione della speranza che è in voi. Per apprendere le pagine con cui, da sempre e di nuovo, il cristianesimo offre il dialogo e si presenta dinanzi alle ideologie e alle religioni del mondo come religione di rivelazione, religione dell'incarnazione del Figlio di Dio e, perciò, religione di salvezza per tutti gli uomini.

(©L'Osservatore Romano 18 marzo 2011)

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