giovedì 24 marzo 2011

Religioni a rischio estinzione. Secondo uno studio americano che prende in esame nove Paesi democratici la fede religiosa è seriamente in crisi (Di Pasqua)

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Molto, molto, semplicistico! Ormai essere cattolico, protestante, ortodosso, non e' piu' una scelta scontata. Chi nasce cattolico puo' anche cambiare fede ovvero diventare ateo o agnostico. La fede e' un dono, che va coltivato e non va mai dato per scontato. Per questo e' essenziale il lavoro di Papa Benedetto volto a rendere razionale la scelta di essere Cristiani. Una volta compreso che scienza e fede non sono necessariamente in contraddizione, ecco che si apre uno scenario meraviglioso perche' si possono studiare, senza pregiudizi, autori di secoli fa.
Ecco perche' sempre piu' giovani si appassionano agli insegnamenti del Papa e corrono ad ascoltarlo, proprio perche' riesce in modo stupendo a rendere credibile la fede. C'e' pero' una realta' che non deve essere sottovalutata (soprattutto e' la Chiesa a non doverla sottovalutare!): i credenti sono sempre piu' esigenti! Dai loro Pastori esigono preparazione, cura liturgica, ubbidienza al Santo Padre e soprattutto coerenza di vita. Lo scandalo della pedofilia (che non e' nato come un fungo nel 2005) ha seriamente minato la credibilita' della Chiesa Cattolica come istituzione. E' un dato di fatto! Coerenza, testimonianza, passione e preparazione. E' questo che i fedeli si aspettano dai sacerdoti, dai vescovi, dai cardinali e anche dal Papa.
Voglio dirlo a gran voce: decisioni come quella si non istituire la commissione speciale sulle complicita' e le coperture di cui ha goduto un individuo come Maciel MINANO in modo drammatico la credibilita' della Chiesa e la fede dei semplici.
La riforma, come ha detto spesso Papa Benedetto, viene dalla conversione del cuore.

R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Aggiungo che anche i fedeli che si definiscono cattolici dovrebbero vivere con la stessa coerenza richiedono ai sacerdoti.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
ho apprezzato il tuo buon intervento. Esso, però, è autoconsolatorio, in quanto la tua analisi sembra far dipendere tutto il futuro del claudicante cattolicesimo-cristianesimo(oltre che, sottinteso, dal buon Dio) soprattutto per il merito e le iniziative delle eccelse capacità del Santo Padre, grande teologo, capace di rivolgersi e dialogare con tutti nell'ottica della fede.
In tutta onestà, credo che ciò non basti. Per quanto autorevole sia una Persona, soprattutto se Vicario di Cristo in terra, oggi è oggettivamente impensabile che "da solo" possa risolvere i problemi del tramonto della fede in paesi di antica cultura cristiana.
Serve molto di più: preti che si occupino di pastorale religiosa (più che del recupero dei tossici o delle prostitute), cattolici che si impegnino nelle loro comunità per l'annuncio del Vangelo; Vescovi e Cardinali che diano più ascolto alle sensibilità della base cattolica; che si occupino meno di "diplomazia politica" e più dell'annuncio della fede;
cattolici e preti che diano il buon esempio con le pratiche quotidiane della loro vita; strutture ecclesiastiche "meno affamate di soldi" (generalmente, ma non sempre, per bisogni oggettivi e comprensibili), denaro sollecitato ai fedeli come presunta "provvidenza di Dio", un Dio che sembra terribilmente "monetario", un Dio avvezzo al denaro che lo inoca in ogni occasione (Messe o altre circostanze) viene "mal percepito da parecchi cattolici di base, magari in difficoltà a tirare finanziariamente la fine mese. Non ho mai capito, né apprezzato "l'opportunità etica" di pubblicizzare, sui Mass-Media i contribuiti a favore della Chiesa, sopportando ovviamente anche i costi di acquisto della pubblicità.
Certi dettagli, che sembrano sfruggire ai chierici di vario livello, non sono graditi a molte persone semplici, che magari hanno orizzonti mentali limitati, ma che spesso sono sinceri credenti.
La macchina "economica" della Chiesa, centrale e periferica, è spesso "troppo inefficiente e dispendiosa"; qualche "sfoltimento di organico e di abitudini" non guasterebbe.
Ci sono poi diverse altre cose che si potrebbero fare per "un recupero" della fede, ma il discorso qui si amplia e non mi pare il caso di condensarlo in pochi ulteriori dettagli.
Certamente ci saranno occasioni per ritornare sull'argomento.
Cherokee

Raffaella ha detto...

Si', l'analisi e' chiarissima e mi trova d'accordo.
Non basta il Papa se i sacerdoti non lo prendono ad esempio e non si impegnano.
Molti giovani preti sono volenterosi ed appassionati. Credo che possano segnare una svolta. Ci vorra' pero' molto tempo per un cambio generazionale.
R.

gemma ha detto...

c'è crisi della fede ed è evidente, ma tra la gente si percepisce anche un gran bisogno di spiritualità, che spesso finisce in mani sbagliate. E' su questo bisogno che i pastori dovrebbero riflettere, fornendo motivi validi per scegliere Gesù più che volgersi altrove o verso il nulla. E non il Gesù-Che Guevara, come spesso accade nella predicazione di molti sacerdoti acclamati che si, da una parte mettono in atto certi principi del Vangelo meglio di parte della Curia romana, ma dall'altra ne perdono di vista la sacralità. Per i bisogni dell'anima Che Guevara non basta

Bastardlurker ha detto...

La Fede non può essere razionale.

E studiare autori di secoli fa serve solo alla propria erudizione.

Oggi la sfida è dare risposte alla complessità.

Tornare al "latinorum" e al canto gregoriano è un'illusione.

Per gli autori dello studio aderire o meno ad una religione è solo una scelta opportunistica.

Quali vantaggi comporta essere cattolici oggi nelle società occidentali?

Se SS BXVI riuscirà a far comprendere tali vantaggi allora il rischio estinzione sarò scongiurato.

A mathematical model of social group competition with application to the growth of religious non-affiliation

http://arxiv.org/abs/1012.1375?context=physics.soc-ph