domenica 20 marzo 2011

Una sola dimora. La riflessione del Papa sul mistero della Trasfigurazione (Sir)

BENEDETTO XVI

Una sola dimora

La riflessione del Papa sul mistero della Trasfigurazione

"Crescete nella conoscenza e nell’amore a Cristo, sia come singoli, sia come comunità parrocchiale". È l’invito che ha rivolto stamattina Benedetto XVI ai fedeli in occasione della messa di dedicazione della nuova parrocchia romana di San Corbiniano all'Infernetto. Nella celebrazione ha salutato il card. Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, titolare di questa chiesa, e il suo predecessore, il card. Wetter, dal quale è partita l’iniziativa di dedicare una parrocchia a san Corbiniano. All’Angelus ha ricordato la Trasfigurazione di Gesù; soprattutto, ha rivolto un pressante appello per la situazione in Libia.

Pietre vive. San Corbiniano è caro al Papa perché è il fondatore della diocesi di Frisinga, in Baviera, della quale è stato vescovo per quattro anni. "Nel mio stemma episcopale – ha raccontato - ho voluto inserire un elemento strettamente associato alla storia di questo Santo: l’orso. Un orso – così si racconta – aveva sbranato il cavallo di Corbiniano, che si stava recando a Roma. Egli lo rimproverò aspramente, riuscì ad ammansirlo e gli caricò sulle spalle il bagaglio che, fino a quel momento, era stato portato dal cavallo. L’orso trasportò quel carico fino a Roma e solo qui il Santo lo lasciò libero di andarsene". Dal Pontefice un incoraggiamento ai fedeli "a realizzare sempre meglio quella Chiesa di pietre vive che siete voi". "Abbiate anche una particolare cura e attenzione per le famiglie in difficoltà, o che si trovano in una condizione di precarietà o di irregolarità. Non lasciatele sole, ma state loro vicino con amore, aiutandole a comprendere l’autentico disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia", ha aggiunto.

Splendore intenso. All’Angelus, guidato da piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ringraziato il Signore per gli Esercizi spirituali, vissuti nei giorni scorsi, e quanti gli sono stati vicini con la preghiera. "L’odierna domenica, la seconda di Quaresima, è detta della Trasfigurazione, perché il Vangelo narra questo mistero della vita di Cristo", ha ricordato il Papa, che ha proseguito: "Secondo i sensi, la luce del sole è la più intensa che si conosca in natura, ma, secondo lo spirito, i discepoli videro, per un breve tempo, uno splendore ancora più intenso, quello della gloria divina di Gesù, che illumina tutta la storia della salvezza. San Massimo il Confessore afferma che ‘le vesti divenute bianche portavano il simbolo delle parole della Sacra Scrittura, che diventavano chiare e trasparenti e luminose’". Sant’Agostino commenta la proposta di Pietro di fare tre capanne per Gesù, Mosè ed Elia "dicendo che noi abbiamo una sola dimora: Cristo; Egli ‘è la Parola di Dio, Parola di Dio nella Legge, Parola di Dio nei Profeti’". Infatti, il Padre stesso proclama: "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo".

Dono soprannaturale. "La Trasfigurazione – ha chiarito il Pontefice - non è un cambiamento di Gesù, ma è la rivelazione della sua divinità, ‘l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce’. Pietro, Giacomo e Giovanni, contemplando la divinità del Signore, vengono preparati ad affrontare lo scandalo della croce", come viene cantato in un antico inno: "Sul monte ti sei trasfigurato e i tuoi discepoli, per quanto ne erano capaci, hanno contemplato la tua gloria, affinché, vedendoti crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria e annunciassero al mondo che tu sei veramente lo splendore del Padre". "Partecipiamo anche noi di questa visione e di questo dono soprannaturale – ha affermato -, dando spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio". Inoltre, specie in questo tempo di Quaresima, il Santo Padre ha esortato, come scrive il servo di Dio Paolo VI, "a rispondere al precetto divino della penitenza con qualche atto volontario, al di fuori delle rinunce imposte dal peso della vita quotidiana".

Apprensione per la Libia. Dopo l’Angelus Benedetto XVI ha espresso la sua preoccupazione per quanto sta accadendo in Libia. "Nei giorni scorsi le preoccupanti notizie che giungevano dalla Libia hanno suscitato anche in me viva trepidazione e timori. Ne avevo fatto particolare preghiera al Signore durante la settimana degli Esercizi spirituali", ha rivelato il Papa. "Seguo ora gli ultimi eventi con grande apprensione – ha continuato -, prego per coloro che sono coinvolti nella drammatica situazione di quel Paese e rivolgo un pressante appello a quanti hanno responsabilità politiche e militari, perché abbiano a cuore, anzitutto, l’incolumità e la sicurezza dei cittadini e garantiscano l’accesso ai soccorsi umanitari". "Alla popolazione desidero assicurare la mia commossa vicinanza, mentre chiedo a Dio che un orizzonte di pace e di concordia sorga al più presto sulla Libia e sull’intera regione nord africana", ha concluso.

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