venerdì 15 aprile 2011

Il film di Moretti: "Habemus Papam" da oggi nelle sale italiane. La recensione di Luca Pellegrini (Radio Vaticana)

Il film di Moretti: "Habemus Papam" da domani nelle sale italiane

Esce domani nei cinema italiani con ben cinquecento copie l'ultimo film di Nanni Moretti: "Habemus Papam" che, come è stato annunciato oggi, sarà anche in concorso al prossimo Festival di Cannes. Molta attesa per questa storia particolare nella quale un Papa appena eletto entra in dolorosa crisi, fugge dal Vaticano e cerca di ritrovare la sua strada mentre il mondo, i fedeli e il Sacro Collegio attendono. ll servizio di Luca Pellegrini

Le immagini di repertorio, sui titoli di testa, sono quelle dell'inizio della celebrazione funebre di Giovanni Paolo II. La verità storica dell'inizio chiarisce che il tempo è reale e anche quello che succede a seguire potrebbe esserlo. Moretti comincia a ricostruire con grande fedeltà il conclave. Nessuna ironia, nessun macchiettismo. Tutto molto umano, così come profondamente umano è lo sbigottimento generale che assale il sacro collegio quando, dopo l'atteso "Habemus Papam" l'eletto ha paura, si rifiuta di apparire al balcone della Basilica di San Pietro, si rifugia in Cappella Sistina, prega, piange. Da qui in poi Nanni Moretti, che ha voluto, come dalle sue parole, soltanto raccontare l'inadeguatezza e la fragilità che il nuovo Papa - il bravissimo Michel Piccoli - come tanti altri uomini, potrebbe sentire di fronte al mondo, al ruolo e alle responsabilità enormi di cui è stato investito, lascia la storia e entra in un tempo sospeso, tempo di prova, di riflessione, di attesa, un tempo tutto cinematografico. Chiedendo agli spettatori la capacità critica di andare oltre ciò che si narra e oltre, appunto, la realtà. Il regista si ritaglia a questo punto il ruolo di uno psicanalista che avvicina, senza successo, il Papa. I toni diventano quelli di una commedia che spera sempre di non diventare tragedia, mentre il protagonista esce dalle mura del Vaticano e i Cardinali decidono di aspettare anche loro, come fa tutto il mondo. Il film, lo si capisce, è stato scritto e girato per gli spettatori di cinema, per il gusto di raccontare una storia diversa, certo per porre anche qualche riflessione che risale ai tempi della morettiana La messa è finita: là un sacerdote in crisi rinnovava la sua fiducia nel sacerdozio, qui un Papa in crisi rinuncia al suo Papato. Dio, però, è sempre capace di aggiustare le scelte e i risultati delle nostre debolezze. Moretti, liberamente, si ferma prima.

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Papa Benedetto ha spiegato perfettamente che cosa ha provato il giorno della sua elezione a Pontefice, quasi sei anni fa. Lo ha fatto in "Luce del Mondo" e, molto prima, nella prima udienza ai pellegrini tedeschi.
Penso che sia davvero uno "choc" accettare di diventare il Vicario di Cristo, un compito che "fa tremare le vene ed i polsi".
Quando un cardinale pronuncia quel sì, sa perfettamente che la vita non sara' piu' sua completamente. Penso che quel sì vada rinnovato ogni giorno, anche quando sembra che i dardi colpiscano sempre piu' forte. Papa Benedetto non cessa di pronunciare quell'adesione anche se spesso ci chiediamo come faccia ad andare avanti. Poi basta osservarlo quando pronuncia omelie e catechesi per comprendere perche' e' li' e perche' noi siamo cosi' fortunati.
Moretti coglie la fragilita' umana di ogni Papa anche se poi il "suo" rinuncia.
Anche io personalmente vorrei porre a Benedetto una domanda molto umana: si e' mai pentito di quel sì?

R.

7 commenti:

sonny ha detto...

Buongiorno. Anche Tornielli parla del film di Moretti con un'articolo su la Bussola.

Anonimo ha detto...

ma cos'è tutta questa pubblicità gratis al film di Moretti? Maria Pia

Anonimo ha detto...

E comunque avete notato che il papa del film ha una certa somiglianza con Giovanni Paolo II?. Già questa cosa mi ha disturbato molto, considerato pure che il film esce pochi giorni prima della beatificazione. Dite che sono maligna? Maria Pia

una persona che fatica a credere... ha detto...

Cara Raffaella, Benedetto XVI non si è mai pentito di quel sì, perchè ha detto sì alla chiamata del Signore e, proprio parlando della Sua ordinazione sacerdotale, ha detto Lui stesso che nel momento in cui si pronuncia il primo e definitivo sì e ci si consacra al Signore, si è consaevoli di essere espropriati da se stessi e di doversi trovare di fronte a qualunque prova. Gesù dice: "Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la Sua Croce e mi segua": le croci sono più o meno pesanti, ma seguire il Signore significa sempre e solo camminare sulla via della Croce. Personalmente, mi ribello, ma non vedo vie di scampo e poi il Signore ci ha promesso il centuplo quaggiù e la vita eterna e Lui mantiene le promesse. Papa Bendetto lo sa, per questo dice che il Crisitanesimo è la religione della gioia. Non credo che cerchi consolazioni umane

Anonimo ha detto...

... E ricordiamo sempre quella bellissima omelia in cui disse che "lavorare nella vigna del Signore è l'unico lavoro che dà come ricompensa la felicità". IO la ricordo sempre a quelli che talvolta si lamentano della fatica nel seguire il Signore perchè è una cosa che nel mio piccolo sperimento costantemente ed è una felicità che supera di gran lunga le amarezze, le delusioni, i tradimenti (soprattutto a Gesù) che spesso siamo coastretti a vivere nella Chiesa. maria Pia

Anonimo ha detto...

moretti non capisce niente della Chiesa della quale vuole 'narrare'... ignorandola. ma il card. ravasi ne ha fatto l'elogio!!! capirai!
se cannes citerà o premierà il film di moretti significherà che anche quei soloni non capiscono niente della Chiesa. (sono fin troppo facile profeta).
ALLO STESSO TEMPO MI RUGA ASSAI CHE DEBBA PAGARE ANCHE UN CENTESIMO DI ACCISA SULLA BENZINA PER FINANZIARE I FILM, SOPRATTUTTO QUELLI DI MORETTI.

Anonimo ha detto...

Stroncatura su Avvenire, da parte di Marina Corradi. Il ritratto di una Chiesa solo "umana", dove Dio e' assente.